domenica 12 luglio 2015

TRIESTE di U. Saba translation by F.

TRIESTE

I crossed the whole city,
then I climbed a slope,
crowded at first, deserted higher up,
closed off by a low wall,
a niche where I can sit alone,
and it seems to me that where it ends
the city also ends.
Trieste has a rude
charm. If you like it,
it’s like a tough and greedy kid
with blue eyes and hands too big
for offering a flower;
like a love
But jealous.
From this height I discover
Every church, every street of the city,
whether it leads to the cluttered beach
or to the hill on which a house, the last,
clings to the stony top.
Around
a strange air shrouds all the things
a troubling air, the air of home.
My city, in all its parts alive,
keeps this quiet nook for me, for my life
meditative and solitary.


Ho attraversato tutta la città.
Poi ho salita un'erta,
popolosa in principio, in là deserta,
chiusa da un muricciolo:
un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.
 
Trieste ha una scontrosa grazia.
 Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore;
come un amore
con gelosia.
Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
o alla collina cui, sulla sassosa
cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
Intorno
circola ad ogni cosa
un'aria strana, un'aria tormentosa,
l'aria natia.
La mia città che in ogni parte è viva,
ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
pensosa e schiva.

sabato 20 dicembre 2014

I PUFFINI DELL'ADRIATICO di G. Pascoli Translation by F.

I PUFFINI DELL'ADRIATICO
 

Tra cielo e mare (un rigo di carmino
recide intorno l'acque marezzate)
parlano. È un'alba cerula d'estate:
non una randa in tutto quel turchino.

Pur voci reca il soffio del garbino
con ozïose e tremule risate.
Sono i puffini: su le mute ondate
pende quel chiacchiericcio mattutino.

Sembra un vociare, per la calma, fioco
di marinai, ch'ad ora ad ora giunga
tra 'l fievole sciacquìo della risacca;

quando, stagliate dentro l'oro e il fuoco,
le paranzelle in una riga lunga
dondolano sul mar liscio di lacca.


THE SHEARWATERS OF THE ADRIATIC SEA

Between sky and sea (a carmine line
cuts around the marbled waters)
they speak. It's the cerulean dawn of the summer:
not a gaff-sail in all that blue.

  But
the puff of the wind Garbino carries noises
with idle and tremulous laughter.
They are the shearwaters: on the mute waves
this morning chatter hangs over.

It sounds like dim gossip, in the calm,
of the sailors, which now and then arrives
through the faint lapping of the undertow;

when, silhouetted in gold and fire,
the small smacks in a long line
  swing on the sea smooth as lacquer.

domenica 5 ottobre 2014

SAN MARTINO DEL CARSO di Giuseppe Ungaretti English translation by F.

SAN MARTINO DEL CARSO

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato


SAN MARTINO DEL CARSO

Of these houses
there is nothing left
except for some
shred of walls.
Of the many people
who loved me back
not even that
has remained.
But in my heart
no cross is missing
It's my heart
the most shutterd village

domenica 14 settembre 2014

IN MEMORIA di Giuseppe Ungaretti. English translation by F.

IN MEMORIA

Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.
Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse


In MEMORY

His name was
Moammed Sceab
Descendant
of  emirs of  nomads
suicide
because he no longer had
a Homeland
He loved France
and changed name
He became Marcel
but he wasn't French
and he could no longer
 live 
in the bell tent of his people
where they listened to the singsong
of the Koran
enjoying a coffee
And he couldn't
raise
the song
of his loneliness
I accompanied him
together with the landlady
of the hotel we lived in
to Paris
to number 5 of Rue de Carmes
a declining downhill alley
 He rests in peace
in the cemetery of Ivry
a suburb which seems 
always to be
in a day of 
 decomposed fair
And maybe I am the only one
 who still knows
he lived










domenica 13 luglio 2014

ARANO DI GIOVANNI PASCOLI English translation by F.



 THEY PLOUGH

In the field, where in the row some
red leaves gleam, and from the thicket
the morning fog seems to be steaming,

they plough: with slow shouts one pushes
the sluggish cows; another seeds; one beats
the clods with his patient hoe;

the crafty sparrow is already delighted in his heart
and spies from the spiky branches of the mulberry-tree;
and the robin too: in the hedges you hear
his jingle, subtle as gold.


ARANO

Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,

arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;

ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinno come d'oro.

mercoledì 9 luglio 2014

A MIA MOGLIE DI UMBERTO SABA English translation by F.


 TO MY WIFE

You are like a young,
a white hen.
The wind ruffles her feathers, she bends
her neck to drink,
and scratches the ground;
but, when moving, she has
the slow gait of a queen, same of you,
and she goes forward,
busty and proud.
 She is better than the male.
And she is like all females
 of all the serene animals
who bring us closer to God.
 So, if my eyes and my sense
don't deceive me,
among these you have your equal
 and in no other woman.
When the night puts
the hens to sleep,
they emit sounds that recall
those, so sweet, you mutter
to complain about your woes.
And you are not aware
that your voice has
the tender, sorrowful
music of hen-houses.

You're like a pregnant
heifer, free and still without the weight,
joyful indeed; if you pet her
 she turns her neck, where a tender pink
colours her flesh.
 If you meet her and hear
her moo, that sound seems so
mournful, that you tear
 the grass to make her a gift.
This is the way I offer you
 gifts when you're sad.

You are like a slender
 dog, who always has great
kindness in her eyes and ferocity
in her heart.
At your feet, she seem
a saint who looks up at you,
her master and God,
 burning with indomitable devotion.
When, at home and out in the streets,
she follows you, and someone tries
to approach, she bares
her white teeth.
And her love suffers
from jealousy.

You are like a fearful
rabbit. From her narrow cage
she springs up
when she sees you
then she points those
 long, still ears at you;
 you bring to her
bran and chicory
 and she snuggles,
looking for dark corners.
Who could ever take that food
from her? or the fur that she tears off
 to make a nest
where she will deliver her little?
Who could ever hurt you?

You're like the swallow
 who returns during spring.
But she flies away every autumn;
you don't have this habit
You have this of the swallow:
the light moves.
To me -I used to feel old-
and I was old, you always announced
another spring.

You're like the provident
ant. Grandmothers talk about her
to the children during their walks
 in the countryside.
And so I see you in the bee
and in all females of
all the serene animals
who bring us closer to God
 and in no other woman.




A MIA MOGLIE

Tu sei come una giovane,
una bianca pollastra.
Le si arruffano al vento
le piume, il collo china
per bere, e in terra raspa;
ma, nell'andare, ha il lento
tuo passo di regina,
ed incede sull'erba
pettoruta e superba.
È migliore del maschio.
È come sono tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio.
Così se l'occhio, se il giudizio mio
non m'inganna, fra queste hai le tue uguali,
e in nessun'altra donna.
Quando la sera assonna
le gallinelle,
mettono voci che ricordan quelle,
dolcissime, onde a volte dei tuoi mali
ti quereli, e non sai
che la tua voce ha la soave e triste
musica dei pollai.

Tu sei come una gravida
giovenca;
libera ancora e senza
gravezza, anzi festosa;
che, se la lisci, il collo
volge, ove tinge un rosa
tenero la sua carne.
Se l'incontri e muggire
l'odi, tanto è quel suono
lamentoso, che l'erba
strappi, per farle un dono.
È così che il mio dono
t'offro quando sei triste.

Tu sei come una lunga
cagna, che sempre tanta
dolcezza ha negli occhi,
e ferocia nel cuore.
Ai tuoi piedi una santa
sembra, che d'un fervore
indomabile arda,
e così ti riguarda
come il suo Dio e Signore.
Quando in casa o per via
segue, a chi solo tenti
avvicinarsi, i denti
candidissimi scopre.
Ed il suo amore soffre
di gelosia.

Tu sei come la pavida
coniglia. Entro l'angusta
gabbia ritta al vederti
s'alza,
e verso te gli orecchi
alti protende e fermi;
che la crusca e i radicchi
tu le porti, di cui
priva in sé si rannicchia,
cerca gli angoli bui.
Chi potrebbe quel cibo
ritoglierle? Chi il pelo
che si strappa di dosso,
per aggiungerlo al nido
dove poi partorire?
Chi mai farti soffrire?

Tu sei come la rondine
che torna in primavera.
Ma in autunno riparte;
e tu non hai quest'arte.
Tu hai questo della rondine:
le movenze leggere;
questo che a me, che mi sentiva ed era
vecchio, annunciavi un'altra primavera.

Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

domenica 6 luglio 2014

"HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO" DI EUGENIO MONTALE English translation by F.


  I went down a million stairs, at least, arm in arm with you.
And now that you are not here, I feel emptiness at each step.
Our long journey was brief, though.
Mine still lasts, but I don't need
any more connections, reservations,
 traps, humiliation of those who think reality
is what we are used to see.

I went down a millions of stairs, at least, arm in arm with you,
and not because with four eyes we see better that with two.
With you I went downstairs because I knew, among the two of us,
the only real eyes, although very blurred,
belonged to you.



Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.